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Oggi l'incontro a Palazzo Piacentini

Si è svolto stamattina a Palazzo Piacentini il tavolo Stellantis. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso con il viceministro Valentino Valentini e il sottosegretario Fausta Bergamotto, “a conferma - ha evidenziato il Ministro - dell’importanza che il Governo riserva al settore automotive e al ruolo centrale dell’azienda per la filiera nazionale. I nostri obiettivi - ha continuato Urso - sono il rilancio della produzione nazionale, l’innovazione tecnologica e la tutela della occupazione”.

Il Ministro durante il suo intervento ha affermato come il confronto continuo sarà utile a tutti per verificare gli sviluppi degli investimenti e le ricadute sul sistema industriale. Al tal riguardo Urso ha anche ricordato gli impegni del nuovo governo in sede europea per la neutralità tecnologica. “Una battaglia - ha sottolineato - purtroppo non adeguatamente rappresentata dai precedenti esecutivi ma sulla quale noi non intendiamo mollare con il supporto del Sistema Paese, imprese e sindacati”.

Urso ha parlato della necessità di indirizzare la domanda, ricordando le risorse pubbliche conferite a Stellantis con i contratti di sviluppo e gli accordi per l’innovazione, per oltre 2,7 miliardi, così come il fondo pluriennale automotive con una dotazione di 8,7 miliardi di euro fino al 2030, che consentono il rafforzamento della produzione in Italia soprattutto nei modelli e componenti che assicurano lo sviluppo tecnologico secondo gli obiettivi della sostenibilità ambientale e “devono essere indirizzati anche a rafforzare la filiera nazionale”.

Sul tema degli incentivi il Ministro ha ricordato come questi siano sinora andati in misura maggiore a sollecitare la domanda di auto prodotte da Stellantis, sebbene per meno della metà su modelli fabbricati in Italia. “Questo gap va colmato al più presto: gli incentivi devono andare a beneficio del lavoro italiano”.

Al tavolo Urso ha sollecitato pertanto maggiore attenzione alla filiera dell’automotive, con le stesse modalità con cui avviene in altri Paesi, citando il caso Lear di Grugliasco (Torino), “che crediamo sia un pericoloso segnale d’allarme”.

 

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