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In data 22 febbraio 2018 presso il Ministero dello Sviluppo Economico si è svolto l’incontro riguardante la società Colgar International S.r.l. La riunione è stata presieduta dalla Struttura per le Crisi di Impresa. Hanno partecipato Paola Capone e Chiara Cherubini del Ministero dello Sviluppo Economico, Antonio Genova e Giulia Tarantola, in rappresentanza della Regione Lombardia, Yuri Santagostino, Sindaco di Cornaredo, Maria Caterina Vono, Vice sindaco ed Assessore al lavoro del Comune di Cornaredo. Per l’azienda hanno partecipato Gianluca Giovanelli, in qualità di amministratore delegato, Giovanni Tosetto e Marco Chiesara, rispettivamente in qualità di consulente dell’AD e consulente legale dell’azienda. Hanno, altresì, partecipato la Fiom-Cgil Milano e le R.S.U..
 
La società, come sopra rappresentata, ha brevemente esposto le ragioni che hanno determinato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo che ha interessato tutti i dipendenti - n. 81 - in forza presso l’unico stabilimento, sito in Cornaredo (MI). In particolare, “Colgar”, sin dall’anno di costituzione (2012), ha subito forti difficoltà di mercato determinate sostanzialmente dall’andamento non favorevole degli specifici segmenti di mercato. Una ulteriore ragione è da ricondursi alla perdita di competitività della società, causata dalla concorrenza di altre società, operanti nel medesimo settore, notevolmente più grandi e solide di “Cogar”.

In questo scenario la società ha subito una perdita progressiva di fatturato che è divenuta particolarmente significativa nel 2016. Si è fatto ricorso ad un periodo di CIGO e, successivamente, di CDS con decorrenza 10.10.2016 e scadenza 30.06.2017 e con rinnovo successivo dal 01.07.2017 al 31.12.2017.
A novembre 2017, nonostante la continua ricerca di nuovi ordini, la Società ha riportato un portafoglio di Euro 900.000,00 a fronte del valore di Euro 8.800.000,00 registrato in data 30.06.2017.

La decisone di procedere al licenziamento collettivo è stata, pertanto, una decisione estrema e non altrimenti evitabile.

A seguito dell’invio della comunicazione di avvio della procedura di licenziamento collettivo, n.22 lavoratori hanno trovato un altro impiego così da ridurre a 59 il numero di dipendenti interessati dal licenziamento.

Dopo questa premessa, i rappresentanti della “Colgar” hanno esposto una serie di soluzioni congiunte dirette ad evitare la totale chiusura dello stabilimento. Esse si riassumono nei seguenti punti:

  • cessazione del ramo d’azienda concerne l’attività manifatturiera;
  • mantenere in vita l’attività di progettazione che potrebbe essere mantenuta in capo “Colgar” oppure essere esercitata da una nuova società di engineering (da costituire). In entrambi i casi sarebbero impiegati n. 5 lavoratori;
  • mantenere in vita l’attività di service in capo alla società oppure da esercitarsi da parte di una nuova società da costituire. L’attività di Service impiegherebbe 9 dipendenti;
  • cessione del ramo d’azienda avente ad oggetto l’attività di deformazione. Al riguardo hanno chiarito che sono stati già individuati dei potenziali acquirenti e sono in corso le trattative. Tale operazione di cessione può coinvolgere n. 12 dipendenti;
  • 4 lavoratori potranno essere accompagnati al pensionamento attraverso la NASPI.
  • 10 dipendenti possono essere assunti dalla società MCM, avente sede a Piacenza, che analogamente a Colgar è partecipata dalla proprietà cinese “Rifa”. Tale possibilità è stata già proposta ai dipendenti, i quali hanno rifiutato per motivi di distanza;
  • Colgar ha attivato un servizio di outplacement per tutti i lavoratori interessati.

La Fiom-Cgil ha fatto sapere di non condividere la scelta aziendale di procedere al licenziamento collettivo. Ha proposto di ritirare la procedura così da poter accedere agli ammortizzatori sociali. Il fine ultimo sarà quello di definire insieme un accordo volto ad impedire la cessazione della società ed il licenziamento.
Ha proposto, in subordine, nel caso in cui la società decidesse di cessare solo l’attività manifatturiera, di mantenere in capo alla Colgar tutte le restanti attività (progettazione, commercializzazione, deformazione). Ha chiarito che nessuna di queste attività dovrà essere trasferita in capo a soggetti diversi da “Colgar” poiché tale strategia presupporrebbe l’attuazione del licenziamento collettivo. Rimane ferma, anche in questo caso, la necessità di utilizzare gli ammortizzatori sociali.

La Regione Lombardia ha mostrato perplessità riguardo alla scelta societaria di procedere al licenziamento collettivo poiché, alla luce del quadro appena delineato dai vertici aziendali, è apparso ancora possibile evitarne l’esecuzione definitiva. Pertanto, ha inviato la società a valutare la percorribilità di soluzioni alternative.

Il Comune di Cornaredo ha dichiarato di condividere le osservazioni e le richieste di Fiom e Regione Lombardia. Ha sottolineato che “Colgar” rappresenta una realtà imprenditoriale molto importante per il tessuto economico di Cornaredo. La sua chiusura svilirebbe ancora di più l’economia locale e determinerebbe un forte disagio economico per tutti i lavoratori licenziati e le loro famiglie.

I rappresentanti aziendali hanno dichiarato di rendersi disponibili a valutare nel corso dell’esame congiunto che si svolgerà dinanzi alla Regione Lombardia, la possibilità di ricorrere, ove l’attuale normativa lo consenta, ad ammortizzatori sociali che permettano di evitare, in tutto o in parte, il licenziamento collettivo.

Il rappresentante del Ministero dello Sviluppo Economico ha concluso l’incontro con l’impegno di continuare a seguire attentamente la vicenda e l’auspicio che venga definito un accordo di rilancio aziendale con conseguente rinuncia al licenziamento collettivo.

 

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