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L'intervento di Patuanelli

 

Il Ministro Stefano Patuanelli è intervenuto oggi al Question Time al Senato.

 

Interventi del Ministro

Sen. Durnwalder e altri

Grazie Presidente, Onorevoli colleghi. Ringrazio i Senatori interroganti.

Nelle premesse dell’atto in discussione, si fa riferimento alla delibera n. 570/2019 del 27 dicembre scorso con la quale l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha approvato la regolazione delle tariffe dei servizi di distribuzione e misura del gas per il periodo di regolazione 2020-2025.

In particolare, i Senatori interroganti rilevano che la conferma del tetto agli investimenti nella costruzione di reti di distribuzione del gas naturale in nuove località e il limite di un contatore di allaccio ogni 20 metri, contemplati in tale delibera, renderebbe non remunerativo lo sviluppo della rete di distribuzione nei comuni montani, con bassa densità abitativa, tra i quali quelli dell’Alto Adige.

A riguardo, viene richiamato e riproposto un emendamento già presentato sul medesimo tema dalle Province Autonome di Bolzano e di Trento e dalla Comunità Montana di Valle Camonica, nell’ambito dei lavori per l’acquisizione del parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, in merito al recepimento della direttiva UE 692/2019 del 17 aprile 2019, che modifica la direttiva 2009/73/CE relativa “a norme comuni per il mercato interno del gas”.

Occorre evidenziare, in primis, che l’oggetto del decreto legislativo richiamato dai Senatori interroganti, riguarderà l’applicazione delle norme del mercato dell'Unione anche ai gasdotti di trasporto da e verso i paesi terzi, con l’intento di superare gli ostacoli tuttora presenti al completamento del mercato europeo del gas naturale, derivanti dalla non applicazione a dette infrastrutture delle medesime regole europee in materia di trasparenza e unbundling.

In particolare, le misure introdotte in attuazione della Direttiva in parola, assicureranno l’applicabilità della disciplina comunitaria prevista dalla direttiva 2009/73/CE, oggi applicata all’interno dell'Unione, anche ai gasdotti di trasporto che collegano l'Unione con i paesi terzi. Nel caso specifico dell’Italia, quindi, anche ai gasdotti di trasporto dal limite delle nostre acque territoriali fino al primo punto di interconnessione con la rete italiana.

Sul Decreto di recepimento, è stato acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano nonché i pareri favorevoli delle competenti Commissioni parlamentari.

Alla luce di ciò, la tematica sollevata dai Senatori interroganti appare formalmente estranea all’ambito della delega conferita dal Parlamento al Governo e la proposta di emendamento non potrebbe perciò trovare accoglimento nell’ambito del richiamato decreto legislativo di recepimento della medesima direttiva, in quanto andrebbe ad eccedere il perimetro di delega recata dall’articolo 25 della legge di delegazione europea 2018.

Nel merito, è opportuno rilevare che la tematica sollevata si presenta anche in altri aree territoriali. In tali casi, l’eventuale riconoscimento dei maggiori costi da sostenere per la metanizzazione delle aree interessate determinerebbe un impatto redistributivo sugli utenti, da definire se porre anche a carico degli altri utenti già metanizzati, nell’ambito dei macroambiti territoriali definiti da ARERA per determinare le tariffe.

Pertanto, si valuterà la possibilità di un’eventuale proposta normativa che possa tenere in considerazione i diversi aspetti coinvolti dal Senatore interrogante in un’altra sede, nel rispetto delle necessità di tutti gli utenti coinvolti, in particolare le comunità montane altoatesine.

 

Sen. Faraone e altri

Grazie Presidente, grazie Senatori interroganti.

Innanzitutto anche io mi stringo vicino alla famiglia dell'imprenditore che ha deciso di togliersi la vita. Credo che sia un dramma, a prescindere dalle motivazioni, dal perchè una persona decide di togliersi la vita, certamente dobbiamo stringerci vicini a quella famiglia e comprendere il momento di grandissima difficoltà che moltissimi imprenditori, moltissime delle 5 milioni e 800 mila partite iva del nostro Paese stanno affrontando in questo momento. Dico questo numero per far capire l'entità del dramma di un tessuto che non è soltanto imprenditoriale, ma diventa tessuto sociale essendo così diffuso ed è ovviamente una questione fondamentale stare vicino a loro con il sostegno al reddito di impresa e alle imprese in senso stretto.

È innegabile che gli effetti del decreto liquidità scontano l'atteggiamento di alcuni istituti bancari che non stanno collaborando come dovrebbero, e come potrebbero, nell'erogazione delle diverse modalità di finanziamento che abbiamo individuato nel decreto stesso.

Alcuni dati è bene conoscerli. Sono pervenute oltre 91.973 domande per un totale di liquidità erogata di 5.595.000.000 euro. Questi sono dati aggiornati al 5 maggio. Di questi sono arrivate 70.310 domande relative ai micro finanziamenti da 25.000 euro per un totale erogato di 1.486.814.500 euro.

È ancora poco, ma ricordo che il 3 aprile il temporary fremework ha previsto la garanzia al 100%. L'Italia è l'unico Paese che garantisce la garanzia statale al 100% in tutto il panorama europeo. L'8 aprile è stato pubblicato il decreto liquidità sulla Gazzatta Ufficiale, il 13 aprile c'è stata la autorizzazione europea, che era necessaria, il 17 aprile i sistemi informativi di MedioCredito Centrale e Fondo Centrale di Garanzia sono stati allineati a quelli delle banche, il 20 aprile sono arrivate le domande e il 22 sono arrivate le prime erogazioni. È chiaro che non tutti gli istituti di credito, come ho detto in premessa, collaborano come divrebbero e potrebbero, ma è anche vero che lo strumento normativo messo a disposizione può funzionare e per tante persone sta funzionando. Non basta.

È intenzione del Governo intervenire con il cosiddetto fondo perduto, per un importo di almeno 10 miliardi di euro aggiuntivi rispetto ai 5 miliardi destinati alla conferma delle misure del Ministero del Lavoro, come il bonus dei 600 euro che saranno incrementati di due mensilità, e quindi avremo circa 15 miliardi nel prossimo decreto esclusivamente per il fondo perduto. Credo che sia uno degli strumenti che dobbiamo dare sopratutto al mondo della micro-imprese e delle piccole imprese, perchè è chiaro che il fondo perduto per un'impresa che fattura 100 milioni di euro è difficile da garantire, ma è tutto il mondo delle micro-imprese che va sostenuto con il fondo perduto.

Per le imprese più grandi non è intenzione del Governo entrare nei Cda delle società. La libertà di impresa è un principio costituzionale che questo Governo ha bene a mente. È invece necessario agevolare la ricapitalizzazione delle imprese perchè la sottocapitalizzazione del sistema industriale è uno dei problemi atavici del nostro sistema produttivo che rende difficile anche l'accesso al credito delle imprese stesse, proprio perchè sottopatrimonializzate e sottocapitalizzate.

Inoltre ci sono degli elementi di prospettiva, nel prossimo decreto. Penso all'eco-bonus al 110% su come rilanciare l'edilizia. Penso al credito d'imposta che verrà garantito, rafforzando impresa 4.0 e portandola ad un arco temporale di tre anni, ma soprattutto un credito di imposta legato alle necessarie trasformazioni delle linee produttive legate alla protezione dei lavoratori e degli imprenditori stessi dal covid. Le imprese dovranno investire per adeguare le linee produttive per garantire il distanziamento e quegli investimenti dovranno essere sostenuti attraverso meccanismi di credito di imposta immediatamente cedibili agli istituti finanziari per creare appunto la liquidità necessaria a fare questi investimenti.

Credo che dobbiamo muoverci su queste tre direttrici. Lo stiamo facendo nel prossimo decreto: fondo perduto, da un lato, ricapitalizzazioni, dall'altro, e credito di imposta per gli investimenti, come terzo elemento, non soltanto per gli investimenti in fabbrica, ma anche per il settore dell'edilizia che può essere il motore della economica del nostro Paese. Come nel secondo dopoguerra lo è stata la ricostruzione e la definizione dei grandi piani casa per l'edilizia residenziale pubblica.

Credo che la riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio possa essere il volano per il rilancio economico del nostro Paese.

 

Sen. Astorre e altri

Grazie Presidente, ringrazio gli Onorevoli interroganti.

la densità delle domande poste è inversamente proporzionale al tempo che mi è concesso per la risposta e rimando, quindi, anche a parti dell'audizione che recentemente ho reso alla Camera sullo stesso tema.

Alcuni punti però voglio dirli con una premessa che dev'essere molto chiara: l'intenzione del Governo non è l’ennesimo tentativo di salvataggio ma un rilancio della compagnia di bandiera. Dovrà essere nel mercato del trasporto aereo un punto di riferimento pari alla grande attrattività del brand Alitalia e alla grande capacita di quella compagnia dimostrata fino a 20 anni fa, dove era veramente il fiore all’occhiello del nostro Paese. Questo è l'obiettivo del Governo e non un mero salvataggio.

Al momento l'ipotesi di bando di cessione è stata sospesa e la costituzione della newco, a capitale pubblico, procederà poi all'affitto dei rami d'azienda proprio per velocizzare la procedura. Il commissario straordinario sta individuando il perimetro aziendale preciso per il trasferimento dell'affitto del ramo d'azienda.

Per darvi la misura delle intenzioni del Governo rispetto alla compagnia di bandiera, il capitale iniziale della newco non potrà essere inferiore ai 3 miliardi, proprio perché vogliamo dotare quella compagnia di un vero piano di rilancio sul mercato del trasporto aereo. I livelli occupazionali saranno tutelati al massimo, compatibilmente alle condizioni di oggi delle compagnie. E’ chiaro che in questo momento il trasporto è completamente fermo ma dev'essere pronto, attraverso una flotta già trasferita come ramo d'azienda in affitto alla newco, a volare immediatamente non appena le fasce di mercato riapriranno, andando a conquistare mercati che oggi erano in sofferenza. Penso ad esempio al piano industriale che deve puntare fortemente su lungo raggio, anche con eventuali nuove alleanze transatlantiche.

Ritengo che il lungo raggio sia uno dei grandi asset su cui investire, così come c'è una valutazione in corso sul potenziamento della flotta cargo, perché in questo momento abbiamo capito quanto importante sia quel settore.

Non c'è un ridimensionamento dell'azienda, anzi, l'azienda ha 113 aerei, ma è da più di un anno che ne volavano meno di 100. C’è stata una operazione molto forte fatta dal commissario sui leasing: con degli accordi importantissimi ha fatto risparmiare oltre 115 milioni di euro rispetto adesso.

La flotta, inizialmente adeguata, potrebbe essere quella numericamente citata dal Senatore interrogante, ma dovrà esser pronta a reperire sul mercato nuovi aeromobili visto che questo momento può esser favorevole per gli investimenti.

Credo che Alitalia partiva sempre svantaggiata rispetto alle altre compagnie per la sua situazione pregressa e per il carico che si portava dietro. Oggi nella disgrazia del momento che stiamo vivendo, ovviamente non voglio dire che sia un aspetto positivo, c'è certamente una pari competitività con le altre compagnie.

Non credo che lo stand alone sia una possibilità ma è necessario valutare, in modo attento, le alleanze atlantiche future e sarà compito del nuovo management della newco procedere in tal senso. Credo che ci siano finalmente tutte le condizioni affinché Alitalia diventi nuovamente il fiore all’occhiello che è stato per tanti anni per il nostro Paese.

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