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Documento: Verbale di incontro
Azienda: ELICA Spa
Settore: Fabbricazione di elettrodomestici
Numero dipendenti: 600
Data: 19 ottobre 2021

Il 19 ottobre 2021, presso il Ministero dello Sviluppo Economico si è tenuto, in presenza e con contestuale collegamento in videoconferenza, l’incontro avente ad oggetto l’azienda ELICA S.p.A.
All’incontro, presieduto dal Viceministro Alessandra Todde e moderato da Luca Annibaletti Coordinatore della struttura crisi di impresa, sono presenti per il Ministero dello Sviluppo Economico Stefano D’Addona, Marco Calabrò, Chiara Cherubini, Paola Boscaino e Antonella Cascioli.
Sono presenti: per la Regione Marche l’Assessore Agazzi; per il Comune di Fabriano l'Assessore al lavoro Barbara Pagnoncelli, per la Confindustria di Ancona Per Elica S.p.A. sono presenti l'Amministratore Delegato Giulio Cocci, il Responsabile del Personale Carè e il Responsabile delle Relazioni industriali Patassi. Per Confindustria Marche è presente Centofanti. Sono presenti inoltre le rappresentanze delle segreterie nazionali e territoriali di Cgil, Cisl, Uil, Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici unitamente alle rispettive RSU.

Il dott. Annibaletti ha aperto la riunione informando che l'incontro segue quello del 21 luglio u.s. nel corso del quale era stato chiesto all'azienda di confrontarsi in un tavolo tecnico a livello locale per l'individuazione di produzioni da riportare in Italia dalla Polonia; invita i rappresentanti aziendali a riferire in merito.

L’azienda ha espresso un giudizio positivo sugli incontri svolti che hanno portato l'azienda a riconsiderare le proprie posizioni rispetto ai 409 esuberi annunciati. Al momento attuale, grazie al reshoring di produzioni di alta gamma, è possibile riconsiderare l’impiego di circa 145 lavoratori. Tuttavia, le numerose verifiche effettuate con il MiSE ed Invitalia non hanno condotto all'individuazione di soluzioni praticabili per ottenere strumenti a sostegno per riportare dalla Polonia in Italia le produzioni della cosiddetta linea delle verticali, prodotto a minor valore. Pertanto, l'azienda non può assicurare il reshoring di tali attività, riconfermando però la permanenza delle produzioni in essere nello stabilimento di Mergo in cui verranno concentrate anche le produzioni dello stabilimento di Cerreto d’Esi. Ha comunque garantito che l'azienda continuerà le verifiche per l'individuazione di un progetto sostenibile finalizzato a riportare la produzione in Italia.

Il dott. Annibaletti ha chiesto di illustrare le reali prospettive derivanti dal confronto con gli uffici tecnici del MiSE e di Invitalia, evidenziando che il progetto di reshoring per essere sostenibile dovrà essere accompagnato da investimenti consistenti. Ha ricordato inoltre di considerare lo strumento del contratto di rete.

L'azienda ha informato che, oltre al contratto di sviluppo, si è proceduto all'esame, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, circa il possibile utilizzo di ammortizzatori sociali nonché all'approfondimento con Anpal circa la possibilità di usufruire del Fondo nuove competenze e del contributo legato al contratto di solidarietà, precisando che essendo tali strumenti misure annuali è necessario attenderne la proroga.

L’azienda ha ribadito che, in seguito a verifiche, è emersa l'impossibilità di applicazione del contratto di espansione, mentre il Fondo nuove competenze costituirebbe sicuramente uno strumento utile di cui al momento se ne attende il rinnovo.

Il dott. Annibaletti ha chiarito che il Fondo nuove competenze sarebbe applicabile a tutta l'azienda e non solo alla parte produttiva.

Confindustria ha assicurato che la misura sarà prossimamente incentivata anche in conseguenza della situazione pandemica e che l'accesso dell'azienda a contratti di solidarietà appare un'ipotesi percorribile nei prossimi anni. Relativamente al contratto di espansione, ha chiarito che potrebbe essere applicabile nel medio-lungo periodo in presenza di prospettive di crescita che richiedano l'ingresso di nuove risorse maggiormente motivate e che il cosiddetto contratto di rete potrebbe poi essere utilizzato, verificandone il raggiungimento dei requisiti, con le aziende legate all'indotto.

Le OO.SS. hanno sottolineato che per potere essere competitiva ed efficiente occorre che l’azienda pianifichi le attività dei prossimi anni, presenti un piano industriale condiviso che preveda il recupero in Italia delle produzioni più importanti, escludendo opzioni di vendita e licenziamenti. Hanno chiesto, inoltre, il coinvolgimento dei dipendenti in tutto il processo, approfondimenti sulle forme di sostegno pubblico che possono essere attivate nonché chiarimenti sui reali volumi produttivi, elementi senza i quali non è possibile definire la situazione. Hanno chiesto rassicurazioni circa lo sforzo per il ricollocamento del maggior numero di esuberi e sulla produzione da riportare in Italia, affermando che, partendo da 409 esuberi, a fronte di soli 145 ricollocati, non è possibile trovare un accordo ed esprimendo riserve verso un'azienda che chiude uno stabilimento e oltretutto necessita di finanziamenti statali per ricollocare in tutto od in parte restanti 264 lavoratori.

A questo punto, l'azienda si è resa disponibile all'impiego presso lo stabilimento di Mergo di 380 lavoratori complessivamente e al raggiungimento dell’obiettivo anche nel caso di mancata disponibilità degli strumenti governativi per eventuale mancata proroga.

Le OO.SS. hanno chiesto chiarimenti sull'assetto produttivo e sui fattori che conducono oggi l'azienda a dichiarare il previsto incremento di 80 unità rispetto alla cifra fornita nell'ultimo tavolo tecnico di 300 occupati (che prevede appunto di ricollocare 145 lavoratori dei 409 in esubero).

L'azienda ha giustificato l'incremento di personale con la crescita, molto più elevata di quella prevista, delle vendite dei prodotti top di gamma. Inoltre, ha precisato, per 15 lavoratori è prevista l'internalizzazione dei lavoratori di un’impresa terzista locale e, nei primi mesi del 2022, il lancio di nuovi prodotti e la messa in produzione di un nuovo articolo. I 380 lavoratori troverebbero pieno impiego nell’esercizio 2023.

Le OO.SS. hanno affermato unanimemente che non è possibile procedere ad un accordo in assenza di certezza sulla posizione degli 80 lavoratori, che devono essere legate ad un Piano basato sui reali ordinativi e sulle commesse. Hanno chiesto che l'azienda attivi un reale confronto a livello locale con i lavoratori sul tema. Dopo ampia ed approfondita discussione, hanno dichiarato che il presente tavolo, richiesto dopo 7 mesi di trattativa, non ha portato ai risultati sperati perché non in grado di combinare il nuovo piano industriale con l'utilizzo degli strumenti pubblici, che appaiono solo ipotetici e non disponibili, evidenziando che la produzione di alta gamma non è stata interamente riportata in Italia. Inoltre, relativamente al livello occupazionale, non ritengono accettabile che, si arrivi a 380 lavoratori pienamente occupati solo dopo il 2023, generando 189 esuberi e prevedendo, all'interno di questa riorganizzazione, anche la chiusura di uno stabilimento. Hanno sottolineato di aver lottato per riportare in Italia le produzioni più importanti che rappresentassero il top di gamma in Europa e nel mondo e su questo hanno chiesto un confronto più aperto che in realtà non c'è stato; al momento queste condizioni non consentono di continuare la trattativa.

Il Viceministro Todde ha concluso l’incontro invitando le parti sociali a riconoscere i passi avanti compiuti dall'azienda, evidenziando che la stessa si è assunta l’impegno non solo all'aumento dei volumi produttivi e alla realizzazione di un nuovo prodotto ma anche a reinternalizzare alcune produzioni in Italia.

Il tavolo verrà pertanto aggiornato.

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