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Documento: Verbale di incontro
Azienda: ABRAMO CUSTOMER CARE Spa.
Settore: Call center
Numero dipendenti: 3.500
Data: 5 agosto 2021

 

     Il 5 agosto 2021, presso il Ministero dello Sviluppo Economico si è tenuto, in videoconferenza, l’incontro avente ad oggetto l’azienda Abramo Customer Care S.p.A. All’incontro presieduto dal Viceministro Alessandra Todde e moderato da Luca Annibaletti coordinatore della struttura per le crisi di impresa sono presenti: per il Ministero dello Sviluppo Economico Stefano D’Addona Capo della Segreteria tecnica del Viceministro, Chiara Cherubini, Paola Boscaino e Paola Capone; per il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali il Direttore Romolo De Camillis; per l'INPS Marco D’Alessandris e Vittoria Maria Sidari; per la Regione Lazio Giulia Sforza e Giacomo Ranieri; per la Regione Siciliana Gaetano Sciacca; per il Comune di Crotone l'assessore alle attività produttive Luca Bossi; il Sindaco di Montalto Uffugo Pietro Caracciolo; per Abramo Customer Care Spa Giovanni Orestano, Angelo Vitiello ed il consulente legale Filippo De Luca; gli Onorevoli Elisabetta Maria Barbuto, Sergio Torromino e Annalaura Orrico in qualità di uditori; le rappresentanze delle segreterie nazionali e territoriali di CGIL, CISL, UIL, FISTEL-CISL, SLC-CGIL, UILCOM-UIL, UGL Telecomunicazioni, COBAS lavoro privato, unitamente alle RSU.

     Il dott. Annibaletti chiede ai rappresentanti dell'azienda di voler fornire gli aggiornamenti relativi agli eventi intercorsi dall'ultimo incontro svoltosi il 14 maggio 2021.

     Il Dott. Oristano informa che lo scorso 23 luglio il Tribunale di Roma ha dichiarato che l'asta giudiziaria, riguardante la vendita dell'azienda, è andata deserta nonostante le precedenti manifestazioni di interesse e le offerta vincolanti nel frattempo decadute. Il dott. Orestano rende noto che nel perimetro aziendale oggetto d’asta rientrano anche due società del Gruppo, ubicate a Berlino e in Albania che rappresentano asset importanti.

     L'azienda rimanere in attesa di essere convocata da parte del Tribunale, presumibilmente i primi giorni di settembre, per recepire le apposite indicazioni. Dal punto di vista industriale, negli ultimi mesi si sono persi 5 contratti importanti, si è registrata una consistente perdita di fatturato e l'uscita di circa 550 lavoratori che sono stati riassorbiti dalla aziende subentranti in attuazione della clausola sociale.

     La situazione desta preoccupazione poiché, anche se si riuscisse a ricollocare tutto il personale con la clausola sociale, si registrerebbe un esubero per il personale di staff, pari a 100 dipendenti, non applicandosi a questo la clausola sociale. Inoltre, circa 200 lavoratori a progetto hanno già cessato il contratto con Abramo.

     A ciò si aggiunge il mancato rilascio del Durc che impedisce la partecipazione di Abramo alle nuove gare, il rinnovo dei contratti in scadenza e l’incasso dei crediti di circa 13 milioni di Euro verso di Enel, Poste italiane e Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile. Il 24 agosto p.v. si terrà l’udienza del giudizio instaurato a seguito dell’impugnazione del provvedimento Inps di diniego di rilascio di Durc regolare. Tale situazione di incertezza, dovuta all'attesa del pronunciamento sul Durc e ad una situazione concordataria non ancora definita, crea il concreto rischio di perdita delle commesse future. Rispondendo ai chiarimenti richiesti dal dott. Annibaletti, specifica che le due offerte vincolanti sono state presentate da parte dell'irlandese Fondo Heritage, la cui offerta è scaduta il 7 luglio u.s.; e da parte di System House, azienda calabrese leader nel settore dei call center, la cui offerta è scaduta il 30 giugno u.s. e che era interessata solo all’affitto. Chiarisce, infine, che i debiti previdenziali scaduti sono quelli antecedenti la richiesta di concordato.

     Il Dott. D’Alessandris di Inps ha comunicato che la società Abramo, a seguito della ammissione al concordato in continuità, ha presentato all’Inps l’istanza di transazione recante l’offerta di pagare poco al di sopra del 60% dei debiti previdenziali, pari alla percentuale legale minima. Il mancato accoglimento di tale richiesta da parte di Inps ha determinato l’impossibilità al rilascio del Durc regolare. Abramo ha presentato ricorso avverso il provvedimento di diniego ed ha ottenuto la fissazione della relativa udienza in data 24 agosto p.v. Ha comunicato, inoltre, che l’Inps rilascerà il Durc regolare dal momento in cui verrà omologato il concordato da parte del Tribunale, secondo quanto previsto dalle normative vigenti.

     L’avv. De Luca evidenzia il paradosso di tale situazione in cui Inps rilascia il Durc solo previa omologa del concordato che, a sua volta, dipende proprio dal Durc regolare che permetterebbe di incassare i crediti per 13 Milioni di Euro senza i quali l’omologa non potrebbe esserci.

     Le OO.SS., all’unanimità, invocano la necessità del mantenimento di tutti i posti di lavoro e, a tal fine, chiedono al MiSE di voler preallertare i committenti perché possano essere pronti ad attivare le clausole sociali e a bloccare la volatilità delle commesse. Solo in questo modo si potrà, nel peggiore degli scenari, garantire l’assorbimento del personale in esubero, chiedendo che venga trovata una soluzione anche i dipendenti dello staff che, al contrario, non possono beneficiare della clausola sociale. Richiedono il massimo sforzo delle Istituzioni nella individuazione di una soluzione, evidenziando l’elevata qualità del servizio, da sempre, erogato dalle lavoratrici e dai lavoratori di Abramo e del servizio reso al Paese durante la pandemia. Le OO.SS. osservano, inoltre, che è in atto una crisi del settore dei call center dovuta in parte alle gare Consip che, essendo affidate al massimo ribasso, spesso attraggono operatori che si comportano con pratiche non corrette. A tal riguardo chiedono al MiSE e al Ministero del Lavoro di riconvocare il tavolo dei call center. Hanno altresì richiesto al Ministero del Lavoro di voler rivedere le tabelle del costo del lavoro ed il Fondo di settore quale strumento di sostentamento per le lavoratrici e i lavoratori. I sindacati auspicano un intervento urgente delle Istituzioni rispetto ad una vertenza che ha carattere nazionale dato l’elevato numero di dipendenti coinvolti, circa 3.500, e la loro collocazione in diverse Regioni quali Calabria, Lazio e Sicilia. I sindacati, infine, chiedono all’azienda di verificare la possibilità che i soggetti da cui dovrà incassare i 13 milioni di euro si sostituiscano nel pagamento degli stipendi. Stigmatizzano l'assenza della Regione Calabria.

     Il Direttore De Camillis sottolinea la necessità di dedicare la massima attenzione alla vertenza anche in considerazione dell’importante servizio di utilità sociale che le lavoratrici e i lavoratori hanno svolto durante la pandemia. Sottolinea l’importanza del dialogo sociale per la gestione della vicenda ed informa che a breve sarà adottato il decreto di aggiornamento del costo del lavoro. Afferma la completa disponibilità del Ministero del Lavoro ad approfondire con l'Inps gli aspetti relativi al rilascio del Durc e a fornire supporto per il tavolo generale di settore.

    La dott.ssa Sforza della Regione Lazio afferma che, data la complessità della situazione, è necessario che il tavolo rimanga aperto per monitorare il piano concordatario e il processo di cessione. La Regione Lazio si continua a rendere disponibile a lavorare con tutte la Parti per la positiva soluzione della vicenda, evidenziando che l’attivazione della clausola sociale sia la strada maestra. 

     Il dott. Sciacca comunica la disponibilità della Regione Siciliana a mettere in campo gli strumenti di competenza regionale per supportare il superamento della vicenda.

     Il dott. Bossi afferma che per il Comune di Crotone è fondamentale tutelare tutta forza lavoro e ritiene che bisogna continuare a lavorare in sinergia per traghettare l’azienda verso una nuova proprietà.
Il dott. Caracciolo sottolinea la piena disponibilità alla collaborazione da parte del Comune di Montalto Uffugo per il raggiungimento di risultati positivi.

     Il dott. Orestano in primo luogo fa presente che l'impresa non ha mai dato luogo a delle delocalizzazioni. Inoltre, chiarisce che Poste Italiane ha accettato di intervenire in surroga, nel caso di mancato rilascio del Durc, nel pagamento degli stipendi per i mesi di settembre, ottobre e novembre. Con gli altri due debitori - Enel e MIMS- saranno avviate interlocuzioni in tal senso. Precisa che l’incasso dei 13 milioni di euro saranno destinati unicamente al pagamento di stipendi, contributi, tasse e fornitori. Chiarisce, inoltre, che, essendo in concordato, l’impresa ha difficoltà nella cessione in factoring dei propri crediti. Evidenzia che la tenuta finanziaria sarà messa in crisi qualora la situazione del Durc non trovasse soluzione, perché metterebbe in pericolo i pagamenti degli stipendi da settembre in avanti. Conclude affermando che la soluzione migliore consisterebbe nella ricerca di un acquirente che rassicurerebbe anche i committenti. 

     Il Viceministro Todde esprime la necessità di attendere la sentenza del 24 agosto prima di assumere le opportune decisioni. Assicura la piena disponibilità e l'impegno del Mise a lavorare congiuntamente al Ministero del lavoro e all'Inps, a valle dell’udienza, per la individuazione della migliore soluzione. Dal lato dei committenti, il Mise si impegna a monitorare l’attuazione della clausola sociale e verificare che venga trovata una soluzione anche per i lavoratori non coperti da clausola sociale. Evidenzia, inoltre, che il settore ha reso al Paese un grande servizio e quindi la transizione va certamente aiutata all'interno di in un contesto più definito, come quello che si delineerà successivamente al pronunciamento di fine agosto. Rispetto alla situazione generale dei call center ricorda che è già attivo un tavolo presso il Ministero del lavoro.

     Il dott. Annibaletti, restando in attesa di aggiornamenti da parte dell’azienda, chiude l'incontro aggiornando il tavolo in data successiva all'udienza di fine agosto.

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